Loro di Illica hanno la fortuna di vivere in una valle straordinaria, incantevole e riservata che sentono il dovere di preservare e valorizzare.
Respirano aria incontaminata, camminano su terreni chiari e luminosi nati da antichi mari tropicali, ascoltano il dolce lamento delle conchiglie fossili che si rompono sotto i piedi. Si arrampicano su ripidi pendii per allevare le viti e godono delle benefiche brezze serali che soffiano dal mare e dalle montagne.
Su, in alto, dove trovano dimora le viti più antiche, ci aspetta un paesaggio senza macchia, dove l’occhio corre tra boschi, calanchi, vigneti, castelli, antichi borghi, cavalli e qualche casa isolata.
Inverni freddi ed estati mai troppo calde, cieli limpidi e fresche brezze, forti escursioni termiche fra il giorno e la notte, sono una benedizione e riescono a creare un microclima unico che ci consente di rispettare gli equilibri della natura. Da sempre, nella loro valle, non esistono reali motivi per ricorrere a prodotti chimici e per loro, di Illica, la coltivazione biologica è una normale tradizione di famiglia, non una moda.
La storia biologica dei loro vini è iniziata con il nonno, mitico custode dell’arte della produzione dei salumi, è proseguita con il papà, ligio tutore dell’ordine, rapito dall’amore per le viti ed è arrivata ai figli, conquistati dalla passione per i vini che sanno essere espressioni autentiche di un territorio libero da contaminazioni ed inquinamento.
La certificazione bio delle uve nasce quasi vent’anni fa quando biologico era una parola nuova, ma nella famiglia Illica, biologico è la norma, la storia, la tradizione. E’ solo quello che hanno sempre fatto.
Etica, rispetto dell’ambiente, cultura, moda, esigenze commerciali sono buoni motivi per impegnarsi a produrre vini biologici ma non per ILLICA: in Val d’Ongina, non serve.